Rischi finanziari dai Prestiti studenteschi?
I prestiti studenteschi sono uno strumento di aiuto agli studenti al fine di consentire loro di proseguire gli studi che rappresentano dei costi che non sarebbero sostenibili dalle famiglie degli studenti stessi. In buona sostanza, uno studente universitario, soprattutto se fuori sede, deve affrontare spese vive, di affitto, di vitto, che si sommano alle spese puramente relative allo studio, le tasse universitarie, i libri, supporti per lo studio eccetera. Molti di questi studenti sarebbero obbligati a lasciare lo studio per via di difficoltà economiche che non consentono più di affrontare le spese. Tipico può essere il caso di un padre, una famiglia di uno studente che entra in difficoltà per la perdita di lavoro del padre o della madre, riducendo significativamente il reddito familiare e non consentendo più il mantenimento agli studi del figlio. Un vero peccato buttare alle ortiche tanto impegno di studio ed economico e troncare aspirazioni e speranze dei figli. Ecco, quindi, che può essere richiesto un prestito studentesco.
Con questo strumento creditizio lo studente ottiene un finanziamento che gli consente di proseguire e portare a termine lo studio e cominciare a restituire il prestito una volta avuto accesso al mercato del lavoro, iniziando la restituzione entro un certo termine dalla Laurea, in genere sei mesi, in altri contratti di finanziamento un anno. Molti stanno, però, mettendo in parallelo la Bolla dei Mutui Subprime che ha dato l’innesco alla tremenda crisi da cui stiamo lentamente risalendo, con i Prestiti studenteschi e che questi ultimi sono potenzialmente in grado di scatenare una nuova crisi. E’ possibile che davvero sia così? Le proporzioni dell’esposizione a rischio dei finanziamenti è tale da poter provocare una crisi finanziaria? Certamente i Mutui Subprime avevano una dimensione finanziaria enorme che ha messo in difficoltà la tenuta delle Banche ma il prestito studentesco non sembra, in prima analisi avere dimensioni simili.
Cosa accadde nel 2008?
Nel 2008 la crisi venne innescata dalla concessione di mutui notevoli senza un adeguato controllo rispetto alla possibilità di solvibilità: in pratica le Banche concessero mutui. Denaro facile senza garanzie, a bassi tassi di interesse concesso a soggetti ad alto rischio ha portato a una percentuale di insolvenza tale da provocare difficoltà delle Banche, l’insolvenza secondaria delle stesse, il crollo del sistema bancario e la conseguente debacle dei mercati, involvenza del sistema industriale e recessione: un disastro, lo vediamo ancora oggi come conseguenza. L’analogia sta nella facilità nella richiesta di un prestito studentesco e la facilità nella concessione. Questo sta portando anche ad un innalzamento dei costi dei College negli USA, una spirale molto simile a quanto avvenuto con i mutui nel 2008 ma bisogna anche fare un confronto sull’entità del fenomeno e la situazione che ha portato alla Bolla Immobiliare era rappresentata da un valore di 14,8 trilioni di dollari mentre i prestiti studenteschi negli USA oggi vale 1,4 trilioni di dollari. Certo non poco ma siamo ad un decimo dell’entità che ha generato la crisi. Ciò che preoccupa è il fatto che è in notevole crescita l’insolvenza relativa alla restituzione dei prestiti studenteschi che, tuttavia, oggi rappresenta una cartolarizzazione di soli 180 miliardi di dollari, contro la cartolarizzazione dei mutui nel 2008 pari al 61% del totale per un valore si 9,5 trilioni di dollari. La differenza di valore è più che evidente sia in termini percentuali che in termini assoluti. Il problema, quindi, pur nella sua gravità e proporzione, non pare rappresentare un problema o un rischio di scoppio di una nuova bolla ma quello che preoccupa, piuttosto, è che l’impegno finanziario di restituzione del prestito studentesco sia di ostacolo alla formazione di nuove famiglie.